domenica 29 novembre 2009

I servizi e le inchieste (1993-1996)

La storia de I Siciliani è caratterizzata da un profondo rigore, dal senso etico e dalla professionalità nell’esercizio del mestiere del giornalista. Anche in questa nuova veste, a dieci anni di distanza dalla nascita del giornale e con la mancanza dell’ispiratore Giuseppe Fava, il giornale conservava una serie di caratteristiche che lo rendevano unico nel panorama editoriale. I Siciliani continuavano ad essere la spina nel fianco del potere politico; gli unici giornalisti non controllati e non controllabili.
Il metodo Fava permeava ancora gli articoli degli anni Novanta: c’era ancora una attenzione alle storie di vita, ad una scrittura giornalistica di stampo letterario, al racconto come introduzione alla cronaca. La crescita dei giornalisti in erba avveniva alla stessa maniera degli anni passati. Il giornalismo è una palestra di vita: tutti i redattori iniziarono occupandosi di cronache e il pezzo consegnato era soggetto ad una attenta analisi che lo portava molto spesso ad essere riscritto più volte.
Stavolta I Siciliani contavano sul bacino del movimento antimafia, sul risveglio della società civile ormai sensibile ai fatti di mafia. Sullo sfondo un inadeguato sistema politico, che si apprestava ad iniziare una Seconda Repubblica, caratterizzato da una profonda collusione mafiosa, e il sostegno di interessi di privati che convergevano spesso con gli affari della mafia.
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