domenica 20 dicembre 2009

Sport, Cultura, Spettacolo e altro

Ma il giornale non si occupò solo di temi “pesanti”. Ampio spazio ebbe lo sport. Il calcio ovviamente, ma non solo, anche il rugby, la pallavolo e la boxe. Sono gli anni del Calcio Catania in serie A, gli anni del presidente Angelo Massimino, muratore prima, costruttore poi, diventato infine presidente del Calcio Catania [Giuseppe Fava, In serie A il Catania sarà solo contro tutti, n.8 settembre 1983]. Viene raccontata la storia del “Terranova” di Gela, una squadra di provincia, che ha numerosi stranieri, un fenomeno strano per una squadra povera. Ambiente generoso che riesce a convincere i suoi “stranieri”a non andare via, a farli rimanere un altro anno ancora [Rosario Lanza e Tiziana Pizzo, Solitudine e sogno dell’indio in Sicilia, in I SICILIANI, n. 4 aprile 1983]. Ma ciò che soprattutto viene messo in rilievo nei servizi sullo sport è il ruolo sociale che esso svolge. Fabio Tracuzzi dedicò un lungo articolo all’ Amatori  Catania: “C’è una squadra di rugby nata vicino all’aeroporto, nel «quartiere lager» di Santa Maria Goretti, una squadra che toglie ragazzi dalla strada, e milita nella serie A […]” [Fabio Tracuzzi, Il rugby redime i ragazzi violenti del ghetto, in I SICILIANI, n. 2 febbraio 1983].
Tiziana Pizzo racconta che a Giarratana la squadra di pallavolo femminile riesce a vincere contro la prima in classifica, la pallavolo diventa l’attrazione del paese e le tribune si riempiono ad ogni partita: “[…] l’intero paese partecipa in maniera diversa, anche perché comincia a non trattarsi più di una stramberia o di un semplice passatempo[…]” [Tiziana Pizzo, Rivoluzione di sei ragazze senza scialle, n. 2 febbraio 1983].
L’emancipazione della donna in Sicilia passa anche attraverso queste piccole grandi imprese.
La rivista  racconta il lato umano e sociale dello sport. Uno sport visto come momento di emancipazione e di aggregazione, momento di rivalsa sociale per le classe più povere.
  
Oltre allo sport, a dare respiro al giornale furono le pagine dedicate alla cultura: gli interventi critici di scrittori come Addamo e Vincenzo Consolo; i racconti di Giuseppe
Fava firmati spesso con vari pseudonimi; ma anche le rubriche di teatro, cinema, musica, arte curate da vari redattori, tra cui Gaetano Caponetto, Elena Brancati, Nello Pappalardo,  Giovanni Iozzia, Fortunato Grosso.
In ogni numero era inoltre presente un servizio di circa due pagine, attentissimo ai problemi dell’ecologia, curato da Vittorio Lo Giudice.
Altro appuntamento costante fu quello dedicato ai “Giochi” e nello specifico alla cartomanzia. A curarlo fu Giusy Caudullo. Uno spazio anche in questo caso breve, dove tra il serio e il faceto veniva spiegato di volta in volta il significato dei “tarocchi” o dei segni zodiacali.

Alla televisione, fenomeno mediatico che in quegli anni era in piena evoluzione, venne dato uno spazio fisso che, servizio dopo servizio, riuscì a raccontare ciò che accadeva ad esempio in Sicilia nell’ambito delle televisioni private, oppure ciò che accadeva nei programmi Rai o di altre tv private nazionali. Erano gli anni in cui, un imprenditore del nord, Silvio Berlusconi, stava costruendo il più grande network televisivo privato.

In ogni numero c’era pure un articolo (in alcuni casi più d’uno) dedicato ad una località siciliana: un viaggio in una Sicilia poco conosciuta, spesso lontana dai grandi circuiti turistici, di cui si sottolineava la bellezza e la forte identità culturale.
Negli ultimi due numeri si inaugurò inoltre “il viaggio alla scoperta del buon mangiare”, due ampi servizi di Giuseppe Fava in cui aspetti del patrimonio gastronomico siciliano venivano raccontati in maniera tale da evocare nel lettore i profumi e i sapori descritti.
L’insieme di tutti questi servizi costituiva il 60% circa degli articoli e occupava in media una buona metà delle pagine dell’intero giornale. Erano articoli leggeri, agili, dal tono più disteso, volti anch’essi ad analizzare criticamente certe storture, ma soprattutto volti a far conoscere e valorizzare aspetti positivi e propositivi della realtà siciliana.
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